Notaio DIY: intervista al team su MAG

Giugno 28, 2016

L’innovazione in una APP

Trascorriamo in rete quasi 5 ore al giorno e lo facciamo non solo per ascoltare musica o utilizzare i social network, ma anche per fare la spesa, prenotare il parrucchiere, ritirare i risultati degli esami medici o prenotare le vacanze. L’avvento del digitale ci ha infatti spinti a utilizzare sempre di più il web per soddisfare i bisogni quotidiani. E tra le necessità, se pur non giornaliere, c’è anche quella di rivolgersi a professionisti come i notai. Per questo motivo lo studio notarile Genghini & Associati ha deciso di rispondere al cambiamento culturale creando un’applicazione chiamata Notaio DIY.

«Si tratta di un’app che abbiamo ideato e implementato in collaborazione con eWitness Italia per consentire al cliente dello studio notarile di seguire in tempo reale lo stato di avanzamento della sua pratica», spiega Valentina Folli, special projects development di eWitness Italia.

Quali vantaggi offre al cliente?

Valentina Folli: Prima di tutto il fatto che se il cliente decide di contribuire attivamente alla raccolta delle informazioni per il fascicolo notarile, ha la possibilità di beneficiare di una riduzione degli onorari in funzione della quantità e della qualità dei contributi forniti. Inoltre il cliente dispone di una sua “finestra” nello studio notarile che gli consente di seguire e comprendere la preparazione del suo atto.

Da dove è nata l’idea?

VF: Probabilmente dal fatto che l’evoluzione del mercato con la liberalizzazione delle tariffe ha fatto percepire ai clienti il bisogno di vedere e comprendere il servizio professionale da loro acquistato.

A che esigenza risponde?

Elisa Laterza (responsabile delle relazioni esterne dello Studio): Per gli studi notarili significa più efficienza, riduzione dei costi fissi grazie alla collaborazione dei clienti e la possibilità di rendere riconoscibile il valore aggiunto della prestazione professionale.

Come è stata accolta dai clienti?

Simona Guadagno (socio fondatore dello studio): Dopo cinque anni di rodaggio, direi che negli ultimi tre anni è stata accolta davvero con entusiasmo. E lo dimostra il fatto che oggi oltre il 70% dei clienti preferisce usare la piattaforma.

Non c’è il rischio di una spersonalizzazione del rapporto notaio/cliente?

SG: Assolutamente no. L’uso della app non toglie la possibilità né l’occasione di un contatto “umano” tra notaio e assistito. Anzi, potremmo dire che aumenta le occasioni e i canali attraverso cui questi possono interagire.

Quali sono, in questo momento, i principali problemi di chi svolge la vostra professione?

Riccardo Genghini (socio fondatore dello studio): Oggi le microstrutture professionali anche nel settore notarile non sono più competitive. E per avere successo professionale è necessario avere
un vero e proprio piano industriale. I notai che non si sono dotati di una chiara strategia professionale possono concorrere solo riducendo sia gli onorari, sia la qualità del servizio erogato. Molti colleghi storcerebbero il naso sentendo la parola “piano industriale”…

RG: Mi rendo conto che è un’affermazione “eretica” rispetto alla 444 cultura tradizionale dei notai. Ma non lo è se si guarda a ciò che succede negli altri Paesi. In Olanda, per esempio, ogni notaio è obbligato per legge a presentare un piano industriale che dimostrino la sostenibilità del suo studio. Inoltre, proprio negli ultimi anni, il Consiglio notarile di Milano sta lavorando molto su questo tema visto che la crisi economica ha creato situazioni di dissesto in molti studi milanesi.

In pratica che cosa dovrebbe fare uno studio notarile economicamente sostenibile?

RG: Io posso parlare per quella che è la nostra esperienza e dico che è fondamentale avere conoscenza dei propri centri di costo e di ricavo. Solo in questo modo si riesce infatti a capire quali aspetti e servizi del nostro lavoro hanno margine di guadagno e cosa invece non ce l’ha.

Che risultati ha portato nel vostro caso un’analisi di questo tipo?

RG: Siamo riusciti a razionalizzare i costi delle attività meno remunerate e a liberare risorse per erogare nuovi servizi.

E come ci siete riusciti?

RG: Applicando semplicemente l’Abc del marketing: abbiamo cercato di capire che cosa il cliente è disposto a pagare e cosa no. Il vero tema è infatti quello di riuscire a comprendere le esigenze del cliente e soddisfarle proponendo degli upgrade al servizio base.

Tornando all’aspetto della tecnologia applicata alla professione, quale sarà il ruolo del notaio in questo futuro ipertecnologizzato?

RG: L’opportunità offerta dalla digitalizzazione ai notai è quella di diventare il garante e il certificatore dei dati e delle transazioni digitali. Questo sarà il notaio del futuro,
secondo me.

E non c’è il rischio che questi sistemi soppiantino il notaio umano?

RG: Non penso che questo accadrà. E lo dimostra il fatto che le tecnologie di Blockchain sono organizzate esattamente come la legge notarile ha organizzato per circa 500 anni gli studi notarili: una rete di nodi fra loro indipendenti che conservano informazioni per sempre.

Ma la tecnologia arriva a cambiare questa professione?

RG: Certamente. La digitalizzazione non porta solo riduzione di costi e un aumento di produttività, ma una profonda trasformazione dei ruoli e della rilevanza sociale ed economica degli operatori di mercato.

E quale sarà il suo compito in questa nuova realtà?

RG: La storia e la missione millenaria dei notai è di portare la certezza del diritto dove non c’è: in un mondo digitale c’è bisogno di nuovi soggetti terzi fidati, che tutelino la nostra privacy e la nostra identità digitale, conservino i nostri dati, senz a farne uso improprio e ci proteggano da pratiche commerciali scorrette o abusive. Ilnotaio tecnologicamente avanzato è in pole position per affrontare e risolvere questi problemi.

 

L’intervista su Legal Community.

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